Secondo Heidgger Martin, “la cura” è ciò che regge la nostra esistenza. Heidgger ce ne parla nella sua opera “Essere e Tempo” prendendo spunto dalla seguente favola di Igino, scrittore latino del primo secolo d.C.:
<<La “Cura”, mentre stava attraversando un fiume, scorse del fango cretoso; pensierosa, ne raccolse un po’ e incominciò a dargli forma. Mentre è intenta a stabilire che cosa abbia fatto, interviene Giove. La “Cura” lo prega di infondere lo spirito a ciò che essa aveva fatto. Giove acconsente volentieri. Ma quando la “Cura” pretese imporre il suo nome a ciò che aveva fatto, Giove glielo proibì e volle che fosse imposto il proprio. Mentre la “Cura” e Giove disputavano sul nome, intervenne anche la Terra, reclamando che a ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché aveva dato ad esso una parte del proprio corpo. I disputanti elessero Saturno a giudice. Il quale comunicò ai contendenti la seguente giusta decisione: “Tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo. Ma poiché fu la Cura che per prima diede forma a questo essere, fin che esso vive lo possieda la “Cura”. Per quanto concerne la controversia sul nome, si chiami homo poiché è fatto di humus(Terra)>›.
Homo, l’uomo “è” figlio di cura. Uomo fatto di (terra) corpo e spirito. E’ quell’energia, quella forza che dà continuamente vitalità all’essere umano. Senza la Cura l’uomo rimarrebbe o semplicemente terra, un pezzo di argilla, o soltanto uno spirito disincarnato.
Passiamo continuamente da uno stato di mal-essere a uno stato di ben-essere e viceversa in un continuum. Ed è Cura che ci modella continuamente, che coniuga la terra con il cielo, che spiritualizza il corpo ed umanizza lo spirito.
Prendersi cura di se, star-bene vuol dire riallineare continuamente il corpo con lo spirito. Vuol dire co-esistere, con-vivere, costruire il proprio essere attraverso una comunione di relazione con se stessi, con gli altri, con l’ambiente circostante.
Al concetto originario di cura vengono attribuiti due significati:- uno di inquietudine, preoccupazione, ansia e – l’altro di sollecitudine, impegno, attivazione delle risorse, prendersi a cuore. Esprime un atteggiamento di preoccupazione e in contempo di premura e attenzione nei confronti di se stessi , di una persona od oggetto amati. Fare pratica di cura è dunque mettersi in contatto con il cuore della vita. E’ un prendersi cura per cooperare al cambiamento.
Perché lo shiatsu nelle cure del futuro? Perché Il tatto è un metodo di valutazione e cura molto antico. Come una madre toccherebbe suo figlio. Nel tatto c’è qualcosa che rafforza la voglia di vivere. Con lo shiatsu si contatta nell’altro questa energia che stimola le forze vitali e non solo a livello emotivo bensì nel cuore delle cellule stesse.
Il 21 settembre in diretta zoom (vedi locandina) approfondiremo l’argomento “L’integrazione delle cure” in collaborazione con l’Associazione ViviAdriano, insieme al R.R. FISieo Lombardia ed alle relatrici e professioniste qualificate e competenti:- dott.ssa Graziella Langialonga, Psicoterapeuta e Psicologa e – Tiziana Trimarchi, Naturopata e insegnante Yoga, “. Vi aspetto.